Mentre ci avviamo alla conclusione dell’Anno Liturgico la Liturgia ci aiuta a riflettere sull’escatologia, cioè sulla dimensione delle cose ultime, di ciò che sarà. La tradizione biblica parla della fine dei tempi come di un momento di giudizio che si concretizza in un fuoco che serve a purificare e bruciare come paglia chi commette ingiustizia. Questo è l’annuncio che viene da Malachia: la venuta del giorno del Signore che sarà condanna (forno bruciante) o salvezza (sole di giustizia) come conseguenza della scelta degli uomini: superbi e coloro che commettono ingiustizia oppure timorati del nome del Signore. Anche il discorso di Gesù nel Tempio verte su un giorno di giudizio che arriverà per la storia. Gli interlocutori di Gesù gli pongono due domande per ben prepararsi a vivere l’evento che Egli stesso ha annunciato: una riguarda il “quando” questo accadrà e l’altra è la richiesta, implicita, di un “segno”. La risposta di Gesù è un invito alla fiducia, a non temere annunci e profezie di chi dice di parlare nel nome di Gesù, ma in realtà è un falso profeta. L’unica voce che deve essere ascoltata è proprio quella di Gesù che ci aiuta a leggere alcuni eventi catastrofici nel disegno di Dio che guida la storia. La paura di alcuni eventi potrebbe portare a pensare che il giudizio è vicino, ma Gesù dice che questi fatti che possono accadere non sono la fine. Dopo questa affermazione Gesù prospetta, per un “voi”, in cui si identificano tutti i discepoli e la Chiesa di ogni tempo, un futuro di persecuzione, sia da parte del mondo (v.12: sinagoghe, prigioni, governatori e re) sia da parte della propria famiglia (v.16: genitori e fratelli, parenti e amici), e quindi, così, la possibilità di dare testimonianza. Per Luca la persecuzione ha una sola origine: l’attaccamento a Gesù, “a causa del mio nome” (21,12.17), ma proprio la confidenza con questo nome e nella sua potenza sarà la garanzia della migliore difesa e della migliore testimonianza che il discepolo possa dare del suo Signore e la sua perseveranza nella prova sarà garanzia di vita eterna.
Don Tiziano Galati
Responsabile dell’Apostolato Biblico
Ufficio Catechistico






