Proprio come i due discepoli in cammino verso Emmaus, anche noi, giovani, preti, educatori della Diocesi di Nardò-Gallipoli, abbiamo mosso timidamente i nostri passi verso Roma per vivere il Giubileo dei Giovani in questo Anno Santo.

A poche ore dal rientro a casa, ancora increduli per tanta Grazia Divina vista e ricevuta, possiamo ridire le stesse parole del Vangelo: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?» (Lc 24,32). Oggi, a tutti con grande forza e senza paura, possiamo dire: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!» (Lc 24,34).

Una Chiesa viva e gioiosa

Si, il Giubileo dei Giovani è stata per noi e per il mondo intero la conferma di una Chiesa viva, gioiosa e che cerca seriamente il suo Signore! «Cristo vive!», e noi questo lo abbiamo visto e lo annunciamo! Il Signore vive nel cuore dei tanti giovani e ragazzi che lo cercano con cuore sincero. È certamente una grande responsabilità che interpella gli adulti a farsi prossimi con serietà e pazienza, ma soprattutto è una speranza, che non può più essere spenta dai soliti luoghi comuni, dai pensieri scoraggianti, dalle letture anche ecclesiali che sembrano non lasciare spazio ad un futuro luminoso.

A noi presenti in quell’oceano che ha inondato Tor Vergata, il Signore ha permesso di guardare ad occhi aperti alla forza del Vangelo, capace ancora oggi di mobilitare e raccogliere giovani da tutte le parti del mondo per unirli, in forza dell’unica fede, sotto la guida certa e sicura del successore di Pietro, Papa Leone!

Un’unica lingua: quella dell’amore, dell’amicizia, della comunione

È davvero sorprendente ritornare con la mente e il cuore a quanto accaduto, ed è disarmante pensare che lo Spirito Santo può compiere tutto ciò. Come a Pentecoste, seppur tutti di diverse nazionalità e lingue, in questo Giubileo abbiamo parlato l’unica lingua: quella dell’amore, dell’amicizia, della comunione e della pace vera. Tanti i volti i incontrati, tante le bandiere che, oltre a sventolare, sono state firmate e scambiate a ricordo dell’evento; e poi la musica, le testimonianze di vita, la danza, i sorrisi! E poi il silenzio. Quello della Veglia di preghiera di sabato notte e della messa domenicale. Un silenzio unico, agghiacciante al sol pensiero di essere più di un milione di persone. Un silenzio carico di significato perché in ginocchio davanti all’Eucaristia. Il Risorto ha parlato misteriosamente al cuore di ciascuno e ha consolato i cuori, ha fasciato le ferite con il balsamo della Misericordia. In quel silenzio il Signore ha svelato le Scritture e con la voce chiara ed energica di Papa Leone, ha incoraggiato i passi: «Cari giovani, avete detto bene: “scegliere significa anche rinunciare ad altro, e questo a volte ci blocca”. Per essere liberi, occorre partire dal fondamento stabile, dalla roccia che sostiene i nostri passi. Questa roccia è un amore che ci precede, ci sorprende e ci supera infinitamente: è l’amore di Dio».

Ora anche per i giovani di Nardò-Gallipoli è tempo di ripartire, di continuare il cammino di ogni giorno con più entusiasmo, con la certezza di un amore grande che non abbandona, e con la sicura speranza che il Signore è la forza e la roccia.

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