Il cuore della diocesi anche stasera batterà lì, nella chiesa di Sant’Irene. Il cuore è il centro pulsante, là dove nasce, scorre e si rinnova la vita di ciascuno.
E lì, nella chiesa della antica patrona, la nostra Chiesa locale, nella terza Assemblea Sinodale, farà ancora una volta fare l’esperienza dello Spirito che purifica e dona nuova vita al Corpo Mistico di Cristo che è in Lecce. Vita a ciascuno, vita all’intera comunità che nell’oggi vive il proprio essere sacramento del Cristo. Un sacramento che, nella fedeltà al suo mandato, per la sua stessa natura, plasticamente si rinnova nel suo porsi qui ed ora perché possa essere accolto e vissuto come viva ed efficace azione di grazia per le donne e gli uomini di ogni tempo, soprattutto del nostro oggi.
Radunati in Assemblea, i delegati delle parrocchie e degli organismi docesani accoglieranno il dono di quello stesso Spirito che nel battesimo ha reso ciascuno membro del Corpo mistico di Cristo e, uniti a Lui con l’unzione crismale, ci ha consacrati e ci ha reso, tutti quanti, sacerdoti, re e profeti.
E l’esperienza battesimale offre le giuste coordinate per poter meglio riflettere sul tema “La corresponsabilità nella missione e nella guida della Chiesa” con particolare attenzione all’impegno “discernimento e formazione per la corresponsabilità e per i ministeri dei laici”. Temi tratti dallo Strumento di lavoro proposto alle diocesi Italiane dalla segreteria nazionale del Sinodo.
Dal Battesimo la ministerialità che è servizio all’annuncio della Pasqua del Cristo che oggi, ancora, vuole raggiungere, salvare, dare misericordia. E nella ministerialità di ogni battezzato si costruisce la Chiesa che non è una entità astrattamente teologica ma è veramente “luogo teologico”, “kairòs”, perché presenza di Cristo che “cammina tra le case degli uomini”.
Il termine “ministero”, nell’ecclesialese, immediatamente fa pensare alle numerose presenze di ministri istituiti di cui sono ricche le nostre comunità parrocchiali, lettori, accoliti, a cui si aggiungono i tanti catechisti, gli animatori dei gruppi dei ragazzi e tutti coloro che svolgono un servizio nella e per la comunità. Così anche a tutti coloro che in vece della comunità offrono un servizio di prossimità al mondo. E, nella nostra diocesi, si può dire che i numeri sono confortanti. Ma bastano i numeri per poter stare tranquilli? Questa è una domanda esiziale da cui ne scaturiscono tante altre. Alcune sono immediatamente percepibili: quale è stata la loro formazione di base? Si cura la loro formazione permanente? È necessario domandarsi se questi fratelli, pur nel servizio vissuto con costanza e abnegazione, abbiano reale coscienza e conoscenza della valenza del compito che essi vivono nella comunità e per la comunità stessa. In quale dei tre munera collocano il proprio servizio-ministero? Ad un primo sguardo emergono come privilegiati il servizio profetico e sacerdotale, catechisti, animatori, ministri istituiti, lettori, accoliti E quando si fa riferimento al servizio regale immediatamente si apre solo l’orizzonte dei tanti servizi ai poveri delle nostre comunità.
Ma, andando nel profondo della riflessione e del discernimento, hanno, anzi abbiamo, tutti la chiara consapevolezza che insieme, vescovi, presbiteri, diaconi, ministri istituiti e non, ogni singolo battezzato, partecipiamo tutti del mistero-ministero della Chiesa? Abbiamo contezza che insieme, con la corresponsabilità che è propria di ciascuno, siamo chiamati a costruire e a rendere presente la Chiesa popolo di Dio, sacramento di salvezza, oggi?!
Corresponsabilità. È una parola importante e impegnativa da coniugare, anch’essa con l’identità battesimale. Non è un traguardo finalmente acquisito dai laici nella Chiesa. Non è nemmeno spazio di potere o di comando da perdere o guadagnare. Corresponsabilità è parte essenziale del comune Battesimo. Di quella identità e dignità battesimale da vivere insieme, ciascuno per il proprio munus, per realizzare lo splendido mosaico che, nella luce del Risorto, per il dono dello Spirito, rimanda vivida nell’oggi il volto del Cristo che mai è separato dalla Chiesa.
Se guardiamo alle tante immagini dei tavoli sinodali che attraverso Portalecce abbiamo colto e sono arrivate nelle case dei tanti, lì possiamo cogliere, come in uno specchio, ciò che siamo e ciò che in futuro siamo chiamati ad essere. Comunità che, nella diversità dei ruoli e dei ministeri, per il comune battesimo ha la vocazione di essere qui ed ora “Chiesa che cammina tra le case degli uomini”.