Le comunità parrocchiali della Vicaria di Vernole, guidata da don Luca Nestola, sono state le protagoniste ieri pomeriggio del terzo appuntamento in programma in questo mese di maggio del pellegrinaggio vicariale diocesano.
Il format adottato è sempre lo stesso: i fedeli pellegrini si sono ritrovati presso la chiesa colletta di Sant’Irene, dove i sacerdoti della vicaria stessa si sono messi a disposizione per le confessioni individuali.
Il sacramento della penitenza – spiega la Bolla di indizione Spes non confundit al n 21 – “ci assicura che Dio cancella i nostri peccati. Ritornano con la loro carica di consolazione le parole del Salmo: «Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia. […] Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. […] Non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe.» (Sal 103)”. La Riconciliazione sacramentale non è solo una bella opportunità spirituale, ma rappresenta un passo decisivo, essenziale e irrinunciabile per il cammino di fede di ciascuno. Si offre al Signore l’occasione di distruggere i peccati, di risanare il cuore, di rialzarsi e di abbracciarsi, di farci conoscere il suo volto tenero e compassionevole. Non c’è infatti modo migliore per conoscere Dio che lasciarsi riconciliare da Lui (cfr. 2Cor 5,20), assaporando il suo perdono, riscoprendo la bellezza del sacramento della guarigione e della gioia, la bellezza del perdono dei peccati.
Successivamente è stato l’arcivescovo coadiutore Angelo Raffaele Panzetta a introdurre e guidare la liturgia stazionale dove, dopo il canto di invocazione allo Spirito Santo, ha tenuto una breve catechesi sulla Parola tratta dal Libro di Giosuè (24,1-2;14-28); una catechesi che ha illuminato il pomeriggio vissuto. Così il presule si è espresso ai convenuti “scegliete oggi chi volete servire? Quando un pellegrinaggio è vero, è un itinerario spirituale. E l’itinerario spirituale raggiunge la sua finalità quando aiuta le persone a guardare dentro il proprio cuore e a porsi le domande importanti, quelle che durante la vita quotidiana e feriale non abbiamo neanche il tempo di porci. La domanda fondamentale – continua Panzetta – che Giosuè pone al popolo di Dio, e che Dio pone a tutti è la seguente: «chi è il Signore della tua vita? Chi governa dentro la tua esistenza? Chi ha le chiavi della tua vita? Qual è la signoria a cui hai consegnato la tua esistenza?»”.
E continua rivolgendosi principalmente a quanti sono impegnati come educatori all’interno delle proprie realtà parrocchiali. “L’educatore, prima ancora di guidare gli altri, deve guidare se stesso. Gli interrogativi che egli pone, deve farli risuonare nel cuore. Tutti noi educatori che siamo qui, siamo chiamati a un bell’esame di coscienza, partendo dal vescovo – io per primo, perché il vescovo è anche un educatore – i presbiteri, i diaconi, i catechisti, i genitori, i nonni. Tutti siamo chiamati in causa da questa Parola e dovremmo chiederci se oltre a indicare il bene alle persone, dobbiamo chiederci se noi abbiamo scelto il bene. Se siamo persone che hanno scelto di vivere nella Signoria di Cristo”.
Al termine, sacerdoti, laici e i membri di alcune confraternite presenti, processionalmente guidati dal canto delle litanie per l’intercessione dei santi, si sono diretti verso Piazza Duomo dove, l’arcivescovo Michele Seccia ha accolto sul sagrato i pellegrini per i riti conclusivi del pellegrinaggio e per presiedere poi la solenne concelebrazione eucaristica.
Nell’omelia Seccia ha voluto sottolineare l’importanza delle comunità nel mettersi in cammino. “Una volontà sempre nuova, confermata, ribadita come impegno che deve seguire anche nei prossimi giorni, di una vita sempre più radicata nella novità del battesimo, nell’azione continua della Spirito Santo, nella partecipazione alla Santa Eucarestia e al sacramento della riconciliazione. Tutti siamo in cammino sulla stessa strada, ma con l’unico obiettivo. Questo cammino che noi compiamo sia espressione di una volontà di conversione”.
E conclude. “se il Signore ha voluto questo impegno per noi, vuol dire che Lui è accanto a noi nel nostro cammino. Lui ci accompagna e risveglia in noi, la consapevolezza di quella fede che non possiamo valorizzare solo quando capita. Ma che dobbiamo svegliare continuamente”.
Ultimo appuntamento martedì prossimo 27 maggio con il pellegrinaggio giubilare della Vicaria di Lecce guidata da mons. Piero Quarta.
Racconto per immagini di Arturo Caprioli.






