Testificari evangelium gratiae” (At 20,24): questo il motto che campeggia sullo stemma episcopale che mons. Angelo Raffaele Panzetta, nuovo arcivescovo metropolita di Lecce, ha voluto imprimere dopo la sua elezione ad arcivescovo nel 2019, stemma che da ieri è divenuto quindi ufficialmente anche il nuovo marchio della Chiesa di Lecce.

 

Lo stemma dell’arcivescovo Panzetta propone uno scudo inquartato d’argento e d’azzurro, colori della trasparenza, quindi della verità e della giustizia, doti che devono corredare quotidianamente lo zelo pastorale di un vescovo, e poi della incorruttibilità del cielo, delle idealità che salgono verso l’alto. Nel primo quadrante una fiamma di colore rosso, simbolo della forza dello Spirito Santo che soffia sulla Chiesa che appare simboleggiata infatti nel quadrante sottostante come una barca d’oro sul mare; nel secondo quadrante invece la stella mariana che ricorda il santuario di Pulsano dedicato alla Madonna di Lourdes; nel quarto quadrante il castello che richiama ancora una volta sia l’origine di don Angelo, la sua Pulsano, nel cui centro sorge il Castello De Falconibus, sia i luoghi di prima destinazione del suo ministero episcopale, le terre crotonesi, ricche anch’esse di castelli medievali.

L’ornamento esterno allo scudo, caratterizzante lo stemma di un arcivescovo, oltre ai venti fiocchi verdi, è la croce astile arcivescovile. Tale croce, detta anche “patriarcale”, a due bracci traversi, identifica appunto la dignità arcivescovile. E adesso, in seguito alla nomina di metropolita, verrà aggiunto anche il pallio alla base dello scudo, simbolo della dignità del metropolita che è in diretta comunione con la Santa Sede.

Il motto è ispirato alle parole che l’apostolo Paolo rivolge agli anziani di Efeso dopo averli fatti giungere da lui a Mileto e ricorda la sintesi reale del compito affidatogli da Gesù, che è quello di ‘rendere testimonianza al vangelo della grazia di Dio’. Motto che è anche l’obiettivo ultimo individuato dall’arcivescovo per il suo ministero episcopale.

Lo stemma di un vescovo è per questo la carta d’identità di un pastore. Ne indica non solo le radici, ma anche e soprattutto la spiritualità nonché la missione, le prerogative, i progetti pastorali, un’istantanea del suo servizio alla Chiesa locale affidatagli e a tutta la Chiesa di Dio.

 

scritto da Francesco Capoccia

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