Sabato scorso l’arcivescovo Domenico Umberto D’Ambrosio, arcivescovo emerito di Lecce, ha presieduto la solenne celebrazione eucaristica di ringraziamento per i suoi sessant’anni di sacerdozio (LEGGI).

 

 

Questo importante traguardo non è soltanto un’occasione di gioia personale, ma anche un momento di profonda testimonianza ecclesiale. Lungo I sessant’anni di ministero, vissuti con fedeltà, passione e intelligenza spirituale, mons. D’Ambrosio, semplicemente “don Mimì” per gli amici fraterni, ha saputo tradurre il Vangelo in parole e gesti concreti. 

A suggello di questo cammino, si colloca anche la pubblicazione del suo recente volume “Nel deserto parlerò al tuo cuore”, (Ago Editore), che rappresenta una sintesi matura della sua esperienza interiore e del suo magistero spirituale.

In un panorama letterario sovente dispersivo, quest’opera emerge per la sua intensità profetica, per la finezza teologica e per la sobrietà del linguaggio. Lontano da ogni retorica, il libro non è un semplice diario o un resoconto di viaggio, ma una vera e propria esperienza trasfigurata dalla preghiera e dal silenzio, vissuta nel Sahara algerino di Béni Abbès e Béchar per quaranta giorni tra il 1972 e il 1973, il tempo di una Quaresima. 

La struttura del volume è articolata in due parti strettamente complementari in cui come precisa lo stesso autore nella premessa: «le singole pagine del diario hanno una doppia sfaccettatura» che riflettono la tensione tra l’esperienza immediata e la successiva rilettura spirituale.

La prima parte, “Giorni nel deserto”, ha la forma di un diario quotidiano, scritto sul momento, privo di artifici letterari, che restituisce con autenticità e semplicità i volti, i pensieri, le letture e le fatiche vissute nel deserto. Un diario dell’anima che lascia emergere, giorno dopo giorno, il bisogno di tornare all’essenziale.

La seconda parte, “Nel deserto parlerò”, raccoglie profonde meditazioni tematiche, vere e proprie soste contemplative che rileggono quell’esperienza alla luce della Parola di Dio e della spiritualità di San Charles de Foucauld. Ogni meditazione si snoda attorno una parola-chiave – silenzio, ascolto, povertà, fraternità, attesa, gratuità – divenendo cardine di una pedagogia spirituale profonda, radicata nella Scrittura e nell’esperienza personale ed ecclesiale.

La figura di de Foucauld, il “fratello universale” che ha abitato i luoghi più aridi del mondo e dell’anima, accompagna silenziosamente tutto il volume, fino a divenire presenza esplicita nella scheda biografica conclusiva, arricchita da un raro documento autografo di Padre René Voillaume, fondatore dei Piccoli Fratelli di Gesù. Emerge così una spiritualità del deserto che non è fuga, ma immersione più profonda nel reale: abitare il silenzio per ascoltare, accogliere la povertà per ricevere, vivere l’essenzialità per ritrovare il volto di Dio.

Commovente è anche il ricordo dell’incontro con Fratel Carlo Carretto a Béni Abbès, con cui l’autore poco più che trentenne, condivide l’esperienza del deserto come tempo propizio per la verità, la fraternità, la semplificazione evangelica della vita. Infatti, come scrive Gabriele Faraghini, priore generale dei Piccoli Fratelli, nella sua densa prefazione: «Occorre accettare la sfida del deserto e dare tempo al silenzio per incontrare il Signore». 

Ed è proprio questo che il libro propone: un invito rivolto a tutti, non solo a religiosi o specialisti, ma a ogni persona che, anche confusamente o superficialmente, avverte il bisogno di uno spazio altro, in cui l’uomo possa finalmente tornare ad ascoltare l’essenziale. In un tempo che ha paura del silenzio e corre dietro all’effimero, queste pagine offrono una tregua, un respiro, un orizzonteriscoprire quel ‘luogo sacro’ dove il cuore può finalmente recuperare se stesso, dove il respiro si fa più lento e dove il silenzio diventa la più alta forma di ascolto. 

Con uno stile sobrio e luminoso, mons. D’Ambrosio consegna ai lettori non solo un diario e più di un libro: una testimonianza vissutaunamemoria che interpella, un invito alla profondità.

“Nel deserto parlerò al tuo cuore” è certamente il frutto maturo di un lungo cammino sacerdotale e spirituale.

È, in fondo, la stessa voce con lo stesso fedele timbro che da sessant’anni guida, consola, insegna, celebra, prega. 
Una voce che ancora oggi, nel silenzio e nel raccoglimento della sua vita, sa sussurrare al cuore.

 

 

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