Si è tenuta ieri sera presso la chiesa parrocchiale di Maria SS Assunta in San Pietro in Lama la celebrazione eucaristica, presieduta dall’arcivescovo Angelo Raffaele Panzetta, durante la quale la comunità diocesana si è riunita in preghiera attorno a un suo figlio, il giovane seminarista Filippo Macchia.
Filippo, al quarto anno di teologia presso il Seminario regionale di Molfetta, ieri sera è stato pubblicamente Ammesso agli ordini sacri del diaconato e del presbiterato.
La comunità sampietrana, guidata dal parroco don Massimiliano Mazzotta, ha così accolto la prima tappa in cui la Chiesa, dopo aver acclarato mediante i pastori e i maestri responsabili della sua formazione il cammino del candidato, ne riconosce e accoglie la vocazione e, in maniera pubblica, si impegna ad accompagnare il seminarista nelle successive tappe verso il diaconato e il presbiterato. Durante il rito, Filippo ha confermato e reso noto a tutti i presenti il suo desiderio di continuare a formarsi per mettersi al servizio del popolo di Dio, secondo il volere di Cristo.
Così, come ha sottolineato mons. Panzetta durante la sua omelia (IL TESTO INTEGRALE): “Il momento che stiamo vivendo all’interno di questa celebrazione dell’Eucaristia è molto importante. È importante nella vita di Filippo, nella vita della sua famiglia, è importante per questa comunità parrocchiale, è importante per la nostra Chiesa, perché il fatto che abbiamo la fortuna di avere giovani uomini e donne nella nostra comunità che si alzano per dire: «eccomi» al Signore è una grazia grande, è un evento di natura speranziale che ricarica le batterie della vita di una comunità”.
Nel suo pensiero omiletico, mons. Panzetta, rivolgendosi al giovane Filippo e alla comunità tutta, ha poi raccontato a cuore aperto della sua esperienza personale definendo il momento dell’Ammissione agli ordini come: “un passaggio fondamentale, uno spartiacque, un momento in cui mi sono giocato la vita”.
Facendo poi riferimento al brano del Vangelo di Luca (Lc 5,33-39) il presule ha continuato: “Il prosieguo della formazione, quello che hai di fronte, è quello di un approfondimento sempre di più vivo, forte, esigente, di quel radicalismo evangelico che ti chiede non di cambiare qualche orpello della vita, non di mettere mano alla superficialità o alla parte visibile della nostra vita, ma di mettere il nuovo nella nostra vita. È come se il Signore ti chiedesse, per questo sprint finale che è la formazione immediata al ministero, di lasciarti completamente trasfigurare dall’iterformativo e soprattutto dal Vangelo. Il Vangelo è un vino nuovo che ha bisogno di essere collocato dentro esistenze rinnovate. Lasciati sanamente destrutturare dal Vangelo ogni giorno per diventare un presbitero ripieno, come una spugna, del Vangelo”.
Mons. Panzetta ha poi concluso con un’esortazione: “Caro Filippo, datti da fare, cammina decisamente verso l’obiettivo che il Signore ha seminato nel tuo cuore, con quella centralità di Cristo nella tua vita, che ti farà riconoscere in Lui la sorgente e il destino di ogni cosa. Datti da fare, perché la novità del Vangelo che studi, che rumini, che ascolti ogni giorno, diventi vino nuovo, che trasforma interamente la tua vita. Datti da fare, perché l’amore per Gesù Cristo diventi la nuzialità totale dentro la tua vita”.
Racconto per immagini di Arturo Caprioli. Ha collaborato Desirée de Rosa.






