Con 781 “placet” su 809 votanti, la terza Assemblea sinodale ha approvato il Documento di sintesi del Cammino sinodale delle Chiese in Italia, “Lievito di pace e di speranza” (LEGGI).
Al termine del voto che ha approvato tutte le proposte con ampio consenso – ma non senza confronto -, si può affermare che l’insieme dei dati restituisce un quadro in cui la Chiesa italiana condivide in modo ampio la prospettiva di uno stile più sinodale, pur mostrando cautele e resistenze quando si toccano strutture di potere, ruoli di guida e nuove forme ministeriali.
“È ora compito dei Pastori – ha affermato il card. Matteo Zuppi, presidente della Cei, prima di sciogliere l’Assemblea sinodale – assumere tutto, individuare priorità, coinvolgere forze vecchie e nuove per dare corpo alle parole. Collegialità e sinodalità”.
“Il Cammino sinodale è terminato – ha aggiunto Zuppi – ma ci accompagnerà lo stile sinodale, che ci spinge a realizzare nel tempo ciò che abbiamo intuito, discusso, scritto e votato”.
Non si è fatto attendere, appena rientrato in diocesi, il commento dell’arcivescovo di Lecce, mons. Angelo Raffaele Panzetta, che aveva raggiunto Roma venerdì scorso dopo aver predicato gli esercizi spirituali, a Santa Cesarea Terme, a un nutrito gruppo di sacerdoti leccesi (LEGGI). “L’esperienza della terza Assemblea sinodale è stata un segno di fede – ha sottolineato il pastore che ha rappresentato la diocesi leccese alla testa di una delegazione formata da don Damiano Madaro, don Luca Bisconti, Simona Abate e Giuseppina Capozzi -: si avvertiva in tutti una grande fiducia nell’azione dello Spirito e un senso vivo di comunione tra fratelli e sorelle alla ricerca vera della volontà di Dio”.
Ma l‘Assemblea romana è stata anche un segno di “speranza – ha aggiunto Panzetta -: tutti i partecipanti hanno votato scommettendo sul futuro di una Chiesa diversa, più fedele a Dio e alla storia”.
Infine, l’esperienza sinodale è stata “un segno di amore – ha concluso l’arcivescovo di Lecce -: pur impegnati, a leggere e a scrutare testi importanti, ci siamo sentiti un noi fatto da persone che in questi anni si sono conosciute più in profondità (proprio nel Cammino sinodale) e si sono sentiti dentro una squadra più grande che è compaginata da una paternità misericordiosa e responsabilizzante. Si può dire, senza trascurare le sfide che ci attendono, che l’Assemblea ha dilatato la speranza delle Chiese che sono in Italia”.
La prossima assemblea generale della Cei, in programma nel prossimo mese di novembre, sarà interamente dedicata alla discussione del Documento, che ora diventa riferimento centrale per l’elaborazione di orientamenti e delibere. Il Consiglio permanente ha disposto la creazione di un gruppo di vescovi che, con il sostegno degli organi statutari, guiderà questa fase di recezione e discernimento.






