articolo ripreso da portalecce

L’équipe si è “raccontata” al presule che, proprio partendo dall’attento e partecipato ascolto dei presenti sotto la guida del direttore don Stefano Spedicato, ha commentato la dinamicità e le competenze dell’Ufficio impegnato in molteplici iniziative a livello diocesano e regionale, e soprattutto la potenzialità evangelizzatrice dei catechisti. Essendo questi in prima linea nella comunicazione della fede a bimbi, giovani e alle   loro famiglie, diventano un punto di riferimento importantissimo per l’iniziazione cristiana. Se per Francesco: “Il catechista è un cristiano che porta in sé la memoria di Dio, si lascia guidare dalla memoria di Dio in tutta la sua vita, e la sa risvegliare nel cuore degli altri”, per Papa Leone XIV il suo ruolo non è solo istruire, ma anche “insegnare”, cioè lasciare un segno interiore, attraendo alla fede con la propria esperienza di conversione. Per questo la responsabilità del catechista richiede una formazione continua perché, citando Sant’Agostino, esponga ogni cosa in modo che chi ascolta ascoltando creda, credendo speri e sperando ami. E l’arcivescovo Panzetta ha evidenziato l’esigenza di rimodulare la preparazione catechistica adeguandola ai nostri tempi nei linguaggi e nello stile, anche in vista dell’istituzione del Ministero del catechista, ormai codificato e declinato dalla Santa Sede nelle sue modalità (LEGGI). Il pastore di Lecce ha condiviso con tutti la inevitabilità di un percorso sinodale da proseguire per il nuovo progetto pastorale: in attesa delle indicazioni più precise dalla Conferenza episcopale italiana al riguardo, anche l’Ufficio catechistico diocesano sarà coinvolto direttamente nella progettazione che diventerà frutto di discernimento comunitario di tutta la diocesi.

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