“Sono orgoglioso e grato per quanto sta succedendo in questa serata. Orgoglioso perché in tempi record e grazie al lavoro della Caritas e al prezioso sostegno di Fondazione Roma oggi si avvia un progetto che porterà cura e carità verso i fratelli più bisognosi”.
“Grato all’arcivescovo Michele Seccia e alla sua profezia della carità, perché da presidente della Caritas diocesana prima di me in questa Chiesa diocesana, ha voluto che si realizzasse il progetto di ampliamento dei servizi sanitari gratuiti e destinati a chi non si può permettere spese a vantaggio della propria salute”. Con queste parole, l’arcivescovo Angelo Raffaele Panzetta ha concluso il lungo incontro che si è tenuto ieri sera al termine di una giornata emozionante iniziata ieri mattina presso il nuovo ambulatorio odontoiatrico istallato nei locali messi a disposizione dal Centro italiano femminile (Cif) e dalla sua presidente provinciale Ginetta Martino: il direttore della Caritas, don Nicola Macculi, accompagnato dai rappresentanti di Fondazione Roma, il direttore generale Renato Lattante e il consigliere d’amministrazione Marco Pandozi, ha benedetto la nuovissima e moderna struttura il cui coordinamento è stato affidato al dott. Raffaele Giordano.
La comitiva si è poi spostata, rimanendo nel quartiere di Santa Rosa, al cantiere del Centro “Matteo 25” che, sempre grazie al contributo di Fondazione Roma, presto diverrà un attrezzato centro diurno per disabili. I lavori, sotto l’occhio vigile del parroco don Damiano Madaro e dell’instancabile Piero Della Ducata (tra i fondatori del centro che necessitava di un profondo restyling) avanzano e manca ormai poco al traguardo dell’inaugurazione che probabilmente avverrà il prossimo 8 dicembre.
Infine, la consegna e la benedizione dei due mezzi per una sanità che accompagnata dalla carità si trasforma in servizio quotidiano itinerante di vicinanza e di prossimità. “Sia un servizio professionale – ha ribadito Panzetta – ma sia anche un servizio di cura e di attenzione ai poveri. Insomma, sia un servizio illuminato dalla Parola: ‘non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità’ (1Gv 3,18)”.
“Si tratta di realizzazioni – ha detto Salvatore Renna, volontario Caritas e redattore del progetto, in apertura dell’incontro moderato da Marcello Favale – che, da oggi, arricchiscono ed ampliano i servizi e le attività socio-sanitarie della Caritas diocesana di Lecce e che, per il suo tramite, giungono al servizio delle nostre comunità, come (del resto) accade in modo gratuito da oltre trent’anni, grazie principalmente al servizio volontario di medici ed operatori”. E in sala ce n’erano parecchi a cominciare dal dott. Michele Carbotta, pioniere della sanità per la carità.
Grande merito di questo progetto come più volte ribadito durante l’incontro va attribuito a Fondazione Roma: “Non posso non ringraziare con il cuore – ha concluso Renna – la Fondazione Roma, il suo presidente, Franco Parasassi, Marco Pandozi, consigliere di amministrazione (con delega al Sud Italia), il direttore, Renato Lattante, così come tutti gli altri suoi collaboratori, tra cui in particolare il dott. Alessandro Colarullo, con cui in questi mesi abbiamo lavorato davvero molto bene, così come il dott. Alberto Fedele (direttore del Dipartimento di prevenzione di Asl Lecce, ndr) che – ad inizio dicembre – ci mise la pulce nell’orecchio in merito a questa opportunità (che noi abbiamo colto senza esitare), con l’augurio che questo progetto sia il primo passo di una lunga collaborazione con la Caritas diocesana di Lecce”.
Lattante, di Fondazione Roma, ha voluto raccontare l’attività e la mission della Fondazione e i progetti che promuove, sostiene e porta a compimento.
L’intervento di Pandozi invece ha messo in rilievo come in pochissimo tempo si sia riusciti a realizzare tutti questi interventi socio-sanitari, si è complimentato per l’impegno profuso dalla Caritas di Lecce ed è rimasto positivamente sorpreso dal clima di festa che ha trovato in occasione della presentazione dei progetti socio-sanitari leccesi promettendo nuove collaborazioni anche in futuro.
Una sinergia tra le due realtà che è destinata a portare ancora frutti, come ha sottolineato l’arcivescovo Panzetta evidenziando come quello che si avvia è un progetto “del noi”, di tante realtà, dagli enti ai numerosi volontariari, che insieme prendono a cuore e si prendono cura dell’umanità ferita e sofferente.
Racconto per immagini di Arturo Caprioli.






