Continua il turbinio di emozioni dei tantissimi giovani che si sono messi in cammino come pellegrini di speranza verso Roma al Giubileo dei giovani vissuto fino allo scorso 3 agosto con Papa Leone XIV.
Emozioni che faticano a trattenersi e hanno voglia di essere condivise con tutti, così come ha fatto anche Martina Mandurino, giovane volontaria ventunenne originaria di Castellaneta ma leccese d’adozione per motivi di studio, al Giubileo che ha esternato in alcune righe le riflessioni dopo essere stata a Roma tra San Pietro e l’intenso momento di Tor Vergata.
“Sono stati giorni di grazia. Abbiamo accolto una proposta: Sì, sono pronto a mettermi al servizio dell’altro. Ci siamo guardati negli occhi, ci siamo presi per mano, ci siamo incamminati insieme. Abbiamo varcato la soglia della Porta Santa, nel silenzio con i nostri passi incerti. Abbiamo lodato e ringraziato Dio per il dono della fraternità. Ci siamo sostenuti nei momenti di fatica e abbiamo gioito insieme. Ci siamo messi in ascolto della Parola, dinanzi a Lui a tu per tu, accogliendo quanto ci sussurrava quotidianamente”.
Ed è così che Martina, giovane studentessa dell’Istituto superiore di scienze religiose metropolitano “don Tonino Bello” di Lecce, ha voluto condividere l’intensa l’esperienza del volontariato nel Giubileo, esperienza che l’ha segnata profondamente e che lei racconta così: “Abbiamo scelto di metterci in gioco come volontari imparando l’arte del servizio. Ognuno con progetti, sogni, desideri diversi ma uniti da un unico obiettivo: custodire la nostra vita e la vita dell’altro. Guardandoci negli occhi abbiamo compreso che la Vita vale la pena di essere vissuta intensamente. Nei volti, nelle voci, nelle storie dei giovani incontrati abbiamo riscoperto il volto di Cristo. Alla presenza del Santo Padre abbiamo avvertito la gioia di sentirci figli e fratelli amati”.
“Abbiamo accolto – prosegue la giovane – tutto come dono di grazia, certi che quanto è stato seminato nel nostro cuore produrrà germogli di speranza lì dove Egli ci condurrà, secondo i suoi tempi. Abbiamo scelto di provare il processo della kenosi, svuotandoci totalmente con il desiderio ardente di essere ricolmanti dalla grazia Dio, la sola che basta. La Porta che insieme abbiamo varcato ha posto nelle nostre mani una promessa da adempiere con il nostro progetto di vita. Avanti!”
Poi Martina ha voluto anche raccontare l’emozione grande di aver potuto vedere da vicino Papa Leone: “L’esperienza del volontariato ci ha donato la gioia di incrociare lo sguardo di Papa Leone XIV che, mentre saliva le scale del palco, ci ha guardato e sorriso. In questo sorriso abbiamo scrutato l’emozione del pastore e del suo gregge, chiamati a percorrere insieme la via del vangelo”.
Conclude la sua testimonianza con un forte pensiero Martina, quasi una promessa fatta a sé stessa e per tutti i suoi coetanei: “È stata un’esperienza grande e come ve lo spiego? Una sola frase racchiude quanto abbiamo vissuto: la consapevolezza di una vita piena. Una Chiesa viva, bella, giovane… esiste e desidera essere accompagnata per crescere sempre più nella comunione!”.






