Siamo ormai alla fine del tempo sacro del Ramadan (terminerà domenica 30 marzo) che, per i musulmani, è un mese nel quale, dall’alba al tramonto ci si astiene dal cibo, dalle bevande dal fumo e da altre necessità fisiche.

 

 

Tutte le sere al tramonto del sole, quando il Maghreb lo annuncia, si rompe il digiuno. Questo momento si chiama Iftar e per le famiglie musulmane è sacro, è un momento di intimità e di festa. Tradizionalmente, il pasto inizia con il consumo di datteri e acqua, in riferimento a un’usanza del profeta Mohamed, seguito da un pasto completo che include vari piatti.

Iftar non è solo un momento di nutrimento fisico, necessario dopo una giornata di digiuno, ma è anche un momento di comunità. Spesso si celebra insieme ad amici, familiari e vicini, creando occasioni di convivialità e di solidarietà. Per tutto il mese di Ramadan a Lecce, nella moschea di Via Tempesta, al rione San Pio, ogni sera è stata imbandita una mensa per oltre settanta persone che vivono sole a Lecce, studenti, lavoratori, che, non avendo la famiglia in città, hanno potuto trovare lo stesso clima di fraternità e di preghiera nel loro luogo di culto.

Ieri sera, 21 marzo, a Lecce c’è stato un evento speciale dedicato alla condivisione culturale e alla solidarietà interreligiosa nell’ambito della XXI Settimana d’azione contro il razzismo con il patrocinio di Unar e del comune di Lecce. L’incontro, dal titolo “Il mondo in una piazza. Condivisione & cultura”, ha avuto luogo in Piazza Ludovico Ariosto ed è stata un’occasione unica per celebrare la diversità culturale e promuovere il dialogo tra le varie comunità.

L’evento principale di questa giornata è stato il tradizionale pasto che interrompe il digiuno durante il mese di Ramadan, in una piazza pubblica. Questa cena comunitaria rappresenta non solo un momento di condivisione del cibo, ma anche un’opportunità di dialogo interculturale e di riflessione sul valore della solidarietà e dell’accoglienza. Tutta la comunità è stata invitata a partecipare e a condividere questo importante momento spirituale e sociale.

Oltre alla comunità islamica di diverse etnie, guidata dall’Imam Saiffedine Maaroufi, è stato presente, con alcuni membri dell’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso (Udedi), lo stesso arcivescovo Michele Seccia che, dopo aver condiviso il cibo ha portato il saluto della Chiesa locale e l’augurio di pace e di fraternità. L’assessore Andrea Guido, ha portato il saluto dell’amministrazione comunale. Presenti anche il pastore Gioacchino Caruso della Chiesa avventista del settimo giorno e il pastore Tommaso Carpino della Chiesa evangelica pentecostale, è stato un bellissimo incontro di fraternità pur nelle differenze.

Inoltre, siccome l’iftar può includere preghiere collettive e riflessioni spirituali, la serata è stata arricchita da un reading di poesia in arabo e italiano, che ha dato voce a diversi autori e poeti per mettere in evidenza le esperienze vissute dalle comunità arabe e mediterranee. La poesia è diventata così uno strumento potente per raccontare storie di incontro, speranza e integrazione.

Inoltre, l’evento ha visto anche l’intervento musicale del Cantiere Comune Mediterraneo, un progetto che promuove l’integrazione culturale attraverso la musica, nato in Puglia dall’entusiasmo di giovani provenienti da differenti aree del Mediterraneo. L’accompagnamento musicale è stato un viaggio sonoro che ha unito tradizioni diverse, creando un’atmosfera di festa e unità perché la fine del digiuno segna anche la conclusione simbolica di una giornata di devozione e di rinnovamento spirituale.

*direttore Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso – Lecce

 

Photogallery di don Andrea Gelardo

 

 

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