Abbiamo tra le mani il nuovo annuario delle diocesi di Puglia e, a nome dei Vescovi della regione, ho il piacere di presentarlo! È certamente uno degli encomiabili risultati dell’Istituto Pastorale Pugliese che dal 1966, all’indomani del Concilio Vaticano II, è impegnato a promuovere e a coordinare la comunione tra le nostre 19 diocesi.

La comunione, perseguita da questo Istituto, si è realizzata, nel tempo, sia sul piano degli orientamenti pastorali, se si pensa alla celebrazione dei tre convegni regionali, sia nella ricerca di mezzi che possano favorirla concretamente. E tra i mezzi, uno dei più necessari, è certamente l’annuario, perché sottintende l’idea che la comunione nella Chiesa non basta postularla teologicamente, ma necessita di strumenti che aiutino presbiteri, laici e religiosi a realizzarla giorno dopo giorno.

Sfogliando questo testo, reso bello da una veste tipografica molto curata ed elegante, si entra, infatti, nel vivo delle chiese di Puglia; la loro vivacità e ricchezza rimandano alla costante presenza del Signore che in esse opera meraviglie e la cui santità si è espressa in tanti volti. Anche papa Francesco, che quest’anno ha compiuto ben tre visite pastorali nella nostra regione, ci ha ricordato la grande eredità che abbiamo e che siamo chiamati a custodire con la nostra fedeltà nell’oggi.

Questo annuario sembra dirci, allora, che per contemplare il volto della Chiesa non sia necessario guardare solo nella storia passata,  ma che lo si può contemplare, entrando anche nelle trame del presente e lì incontrare i santi della «porta accanto» (GE, nn. 6-9), i santi della parrocchia accanto, i santi della diocesi accanto. Solo, infatti, nella scoperta di questa ricchezza di grazia, pur segnata dalla fragilità umana, la comunione trova il suo più importante stimolo e si alimenta nella valorizzazione di ognuno, di ogni carisma e di ogni ministero. Essa, poi, non è mai fine a se stessa, ma è sempre finalizzata ad una efficace testimonianza verso il mondo, nel quale la Chiesa stessa si pone, come ci ricorda il Concilio, quale segno efficace e universale di salvezza (cf. LG, n. 1).

Lo strumento offertoci è molto concreto allora, ma il livello simbolico e motivazionale è così alto da non permettere facili e parziali riduzioni.

Chi, poi, si ritroverà in questo testo, accanto a tanti altri confratelli sacerdoti, avrà la certezza che questa è la sua ora, l’ora in cui gli è stato affidato un tempo e uno spazio umani da amare e da vivere in pienezza, l’ora dell’“eccomi” a Dio e ai fratelli. Del resto se ora ci siamo noi, è perché qualcun altro c’è stato prima di noi e, se qualcun altro ci sarà dopo di noi, dipenderà anche da come avremo vissuto il nostro presente. È come una staffetta, in cui il testimone non ci appartiene, ma passa, anche in maniera decisiva, dalle nostre mani: è così l’annuncio del Vangelo, è questo il modo per vivere la nostra missione “qui ed ora”.

Questo annuario ci mostra come il mistero della Chiesa è un mistero incarnato e si realizza e si rende visibile nell’istituzione anche se quest’ultima non può contenerlo tutto, poiché i canali della grazia sono di gran lunga più grandi.

Scorrendovi i nomi scritti è facile fare riferimento alla pagina evangelica della chiamata dei Dodici. Dietro ogni nome una storia, in ogni storia una chiamata e una risposta. Quei nomi, infatti, non rimandano innanzitutto alla configurazione giuridica di ogni diocesi, né alla composizione tipografica del testo, ma alla regia divina che in modo insondabile, con tanta pazienza e fiducia si inserisce nella storia degli uomini dando tutto l’amore possibile e chiedendo in cambio una libera e generosa risposta.

Quello dell’annuario è uno strumento che negli ultimi decenni i vescovi pugliesi hanno sempre voluto che non mancasse sulla scrivania dei sacerdoti, per questo nella storia delle Chiese di Puglia ci sono state nei decenni precedenti due altre edizioni, quella del 1992 e quella del 2006.

A che serve concretamente un annuario?

La risposta sembra fin troppo banale e scontata, ma se si scava un po’ di più si scopre che, per dirlo in sintesi, può qualificare le relazioni intraecclesiali.

Serve a intravedere l’articolata realtà ecclesiale delle nostre diocesi nelle quali lo Spirito non manca di suscitare ricchezze nelle comunità parrocchiali, nei presbitéri, nelle comunità religiose e nelle aggregazioni laicali. È anche di questa terra che il Signore è innamorato ed è in questa terra che si gioca la nostra santità.

Serve per cercarsi reciprocamente. Sapere di poter fornire la nostra reperibilità e di confidare su quella degli altri, fa di noi una famiglia a tempo pieno e può generare la sorpresa di una chiamata, la gioia di un incontro, la ricchezza di momenti di comunicazione fraterna e amicale.

Qualcuno già lo fa, a qualcun altro sembra impossibile, potreb-be diventare una bella consuetudine di tutti: l’annuario può essere utilizzato anche per pregare gli uni per gli altri. Fa piacere sentirsi ricchi della preghiera reciproca e magari farlo con discrezione so-prattutto per chi, per vari motivi, ne ha più bisogno.

È, inoltre, un prezioso documento che racconta la storia voca-zionale della nostra regione e, in quanto tale, può diventare un ric-co “luogo” vocazionale dalle incredibili sorprese, se si entra in punta di piedi nel vissuto di ognuno.

E mentre ci raccontiamo le gioie e le fatiche del nostro ministero, mentre leggiamo i nomi, impariamo ad esultare fin d’ora nella certezza che i nostri nomi sono scritti indelebilmente nei cieli.

 

Otranto, 15 agosto 2018

 + DONATO NEGRO
Arcivescovo di Otranto
Presidente della Conferenza Episcopale Pugliese