Un incontro semplice e cordiale nel chiostro del Centro di pastorale e cultura “Giovanni Paolo II” è quello che si è tenuto ieri, all’indomani della celebrazione di inaugurazione del ministero episcopale quale pastore della comunità ecclesiale leccese dell’arcivescovo Angelo Raffaele Panzetta che con spontaneità e affabilità si è concesso agli operatori della comunicazione.
Appena arrivato all’arcivescovo è stata chiesta un’analisi circa la povertà spirituale che, insieme alla povertà sanitaria, morale, lavorativa, sono l’indice di una crescente e imperversante secolarizzazione per la società intera.
Per il presule seppur “questi indicatori ci fanno pensare che tale processo è sempre più in atto, c’è pur sempre una grande realtà spirituale perché nella nostra Chiesa particolare numerosi sono gli uomini e le donne che vogliono fare sul serio con Dio e questo aspetto risalta subito guardando la fede semplice ma bella del nostro popolo, della nostra gente”.
Da qui l’attenzione del pastore si è posata sulla elaborazione di progetti e strategie pastorali che possano consentire alla Chiesa diocesana di Lecce di continuare il suo cammino di evangelizzazione.
Per il presule, infatti, “il futuro delle Chiese che sono in Italia e, dunque, anche della nostra comunità ecclesiale, è tutto condensato nel Cammino Sinodale attraverso il quale le strategie e le decisioni vengono prese in un clima di corresponsabilità che non fa venir meno il compito dell’autorità: il frutto finale di tale Cammino sarà, dunque, l’elaborazione di un progetto pastorale comunitario per la nostra Chiesa”.
Tanti, a questo proposito, potrebbero essere gli ingredienti da tenere presenti, anche se per Panzetta è urgente “per ogni comunità, rimettere al centro Cristo, la forza della sua Parola e l’operosità della Grazia: è in corso, infatti, un grande cambiamento d’epoca e c’è bisogno di una pastorale che parta dall’annuncio del Vangelo dal momento che noi cristiani abbiamo incontrato qualcuno che ha conquistato la nostra vita e che abbiamo conosciuto e seguito: noi, pertanto, dobbiamo fare questo anche per gli altri (permettere loro di incontrare Cristo per sceglierlo, ndr)”.
Ciò è realizzabile solo se non si perde la speranza che per il nuovo arcivescovo metropolita di Lecce è, in accezione cristiana, “lo sguardo fiducioso sul futuro che trova solo in Gesù la sua luce e il suo sostegno”.
Il cuore del pastore leccese si è volto, poi, indietro, alla sua storia personale, grato per il tempo in cui è stato coadiutore dell’arcivescovo Michele Seccia, “un tempo nel quale non avendo la responsabilità diretta del governo della diocesi, ho potuto osservare, ascoltare, dialogare con tutti e di questo sono grato a Dio perché le scelte e il discernimento che insieme dovremo operare per il futuro di questa Chiesa partono già da una base solida”.
A chi chiedeva se ritenesse opportuno introdurre nuove figure che dovessero accompagnarlo nell’esercizio del suo ministero, Panzetta ha risposto che “le nostre Chiese hanno bisogno di un alleggerimento delle strutture perché ciò rende agile i processi decisionali e consente alla Chiesa di rispondere ai bisogni del Vangelo e del territorio”.
Da ultimo, l’arcivescovo si è soffermato sulla crisi delle vocazioni, cioè, sulla poca capacità dell’uomo di oggi di leggere la sua storia come vocazione: “pur in questo contesto – ha proseguito il pastore – continuiamo ad avere un buon numero di seminaristi in cammino verso il sacerdozio e questo dato è il più alto nella Puglia; questo fa da contraltare, tuttavia, con la diminuzione di coloro che chiedono il sacramento del matrimonio o che guardano alla vita consacrata come ad una meta credibile per la loro esistenza; credo, perciò, di essere arrivato in una Chiesa che ha una bella tradizione che va custodita e nella quale va posta al centro la forza della Parola”.
Quello di ieri, dunque, è stato un appuntamento utile per confrontarsi e conoscersi, per stabilire dei legami che in quella diaconia d’amore alla verità permetteranno alla Chiesa di Lecce di continuare ad essere voce credibile di quella Parola di salvezza che continua a chiamare a conversione.
Photogallery di Arturo Caprioli.






