Si è svolta ieri sera con una grandissima partecipazione, ma soprattutto una profondissima emozione, la Via Crucis diocesana davanti ai cancelli della Casa circondariale di Borgo San Nicola a Lecce, organizzata dal Servizio diocesano di pastorale giovanile.

 

 

È stato un momento che, ormai verso il termine di questo cammino di Quaresima e in vista della Pasqua, ha saputo raccogliere centinaia di giovani e adulti e non solo per pregare, meditare e riflettere davanti alla croce in un luogo così particolare, simbolo di sofferenza, ma anche di forte speranza. Proprio per questo, quest’anno, il direttore del Serviziodon Salvatore Corvino, ha voluto celebrare questo momento davanti alle mura del carcere di Lecce, per una speranza che prende ancora più valore proprio in questo Anno Santo, “perché la croce non è disperazione” ha dichiarato all’inizio della celebrazione, “ma è la nostra più grande speranza”.

Le meditazioni delle 15 stazioni previste (comprendendo quella di Gesù risorto) sono state tutte realizzate dalle mani e dai cuori delle tantissime realtà giovanili che riempiono l’intera arcidiocesi: l’Azione cattolica, l’Agesci, la Gioventù francescana, i giovani salesiani, i neocatecumenali, i giovani dei vari oratori parrocchiali, il Rinnovamento dello spirito, gli studenti dell’università, gli amici della Casa della Carità, i giovani immigrati accolti nella Comunità Emmanuel, i giovani amici di Div.Ergo, i giovani del presidio scolastico “Gaetano Marchitelli” di Libera e in più si sono unite alle preghiere dei giovani leccesi anche le parole e le speranze dei giovani cristiani di Terra Santa con il loro vissuto di guerra, oltre anche alla riflessione scritta dalla stessa polizia penitenziaria del carcere, ma soprattutto alla diretta testimonianza proprio di alcuni dei detenuti della Casa circondariale che hanno potuto partecipare di persona alla celebrazione della Via Crucis portando la croce e le fiaccole. 

È stata la loro testimonianza, alla prima stazione, ad aprire il grande momento di preghiera guidato dall’arcivescovo Michele Seccia che proprio davanti alle parole dei carcerati non ha nascosto e trattenuto la sua commozione ringraziandoli e abbracciandoli. “Fate ricordo di questo momento – ha dichiarato il pastore ai giovani al termine della Via Crucis -, che non rimanga solo un momento che questa sera ci rende felici per poi dimenticarcene, dobbiamo essere contenti si, ma meditando ancora”. Presente anche l’arcivescovo coadiutore Angelo Raffaele Panzetta che si è raccolto in preghiera con i giovani invitandoli a seguire le orme di Cristo che sono la fonte della vera speranza anche nei momenti più bui.

 

Racconto per immagini di Arturo Caprioli

 

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